Audiometristi e audioprotesisti
Domande pervenute dal Gruppo degli Audiometristi e Audioprotesisti
Coordinatrice:
- Antonella Di Leo; audiometrista, specialista counselor; U.O.C. Audiologia e Otochirurgia Centro Impianti Cocleari e Protesi Impiantabili, Ospedale Bambin Gesù, Roma
Collaboratori:
- Valeria Ammazzalorso; ingegnere biomedico presso Cochlear: Territory Manager Impianti Cocleari
- Domenico Spinella; Audiometrista presso U.O. ORL Ospedale Santa Maria del Carmine, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari Provincia Autonoma di Trento, Rovereto
- Luigi Bonanno; Audioprotesista Resp. Formazione e Tutor di Euroacustica, Messina
Udito assistito
Il percorso riabilitativo di un bambino portatore di impianto cocleare inizia con il momento fondamentale dell’atto chirurgico e prosegue per tutta la vita del bambino, attraverso le regolazioni necessarie per garantire un ascolto confortevole ed efficace. Tali regolazioni (anche dette “fitting” dell’impianto cocleare) sono demandate, principalmente, agli audiometristi del centro impianti e vengono effettuate attraverso dei software forniti dalle ditte produttrici di impianti cocleari, ciascuno dei quali riflette nelle impostazioni dei parametri, il principio di funzionamento specifico dell’impianto cocleare in questione. Il fitting, quindi, costituisce una prestazione dipendente dalla soggettività dell’audiometrista incaricato ad eseguirlo. Tale soggettività, esprime una ricchezza in termini di visioni presenti all’interno del gruppo del centro impianti cocleari, nonchè una variabilità nel percorso riabilitativo di ciascun paziente.
Alla luce di quanto esposto, come viene interpretata la soggettività intrinseca nell’atto del mappaggio degli impianti cocleari? La soggettività rischia di diventare scarsamente perfomante nel caso in cui il bambino venga seguito da più audiometristi nel loro percorso? Quale è la loro opinione circa la possibilità e utilità di realizzare un consensus tra medici ed audiometristi per “standardizzare” le tecniche di mappaggio per ciascuna tipologia di impianto cocleare?
La responsabilità del fitting degli impianti cocleari è stata da sempre demandata agli audiometristi del centro di impianti cocleari, costantemente a confronto con il medico audiologo e con le logopediste del centro stesso. E’ fondamentale, infatti, che il fitting (specialmente nel caso pediatrico) venga eseguito da personale appositamente formato e che esso venga svolto in un ambiente “protetto” quale quello ospedaliero. Gli impianti cocleari, infatti, in qualità di dispositivi impiantabili attivi, sono tra i dispositivi medici con la più alta classe di rischio secondo i regolamenti europei. Ultimamente, tuttavia, si sta riscontrando sempre più forte una tendenza a valutare la possibilità di delegare il fitting degli impianti cocleari alla categoria degli audioprotesisti (specialmente in seguito alla recente introduzione dell’albo degli audioprotesisti). In considerazione di come l'iniziativa potrebbe ampliare il team di esperti a vantaggio di una più sensibile rete intorno al paziente, il fitting degli impianti cocleari potrebbe essere eseguito dagli audioprotesisti stessi?
Quando la famiglia del bambino/adolescente con sordità profonda decide di scegliere la Protesizzazione Acustica invece dell'Impianto Cocleare, qual è il corretto approccio dell’audioprotesista? Quanti e quali suggerimenti fornire che tengano conto sia del migliore approccio riabilitativo sia del rispetto della scelta del paziente?
Screening
L'utilizzo dei test di percezione uditiva nel rumore (ITAMatrix Sentence Test) è applicabile sia a pazienti con sordità portatori di I.C. e/o protesi acustiche sia a soggetti udenti. Ha lo scopo di valutare la soglia di discriminazione verbale nel rumore (SRT) in contesto d'ascolto sfavorevole. Considerata, pertanto, la diffusione del test sopracitato nei centri di audiologia e la precisione dei dati rilevati, quale è l'opinione sulla possibilità di applicazione del test su larga scala agli studenti del primo ciclo didattico (dalla I alla V classe della scuola primaria), al fine di individuare sordità misconosciute (vedi sordità centrali)?
Istruzione ed educazione
E' un dato certo, inoltre, che lo spazio scolastico rappresenti l'esempio considerevole di come la cattiva acustica data dal rumore (vociare di sottofondo, spostamento delle sedie ecc.) siano penalizzanti sull'apprendimento in pazienti sordi e nei pazienti con altre disabilità. La prescrizione di misure antirumore (Roger pen, MiniMic, panelli fonoassorbenti, feltrini sotto le sedie, banchi, cattedra) da pare delle strutture ospedaliere vengono a volte disattese o per difficoltà organizzative della scuola o per mancata comunicazione da parte delle famiglie per motivi legati alla scarsa accettazione dell'handicap. Come creare a tal proposito una rete di proficua collaborazione tra le agenzie coinvolte (ospedale-scuola-famiglia)?