Dottorandi
36° ciclo di dottorato
Ciclo 36°- Culture d’Europa. Ambiente, spazi, storie, arti, idee/European Cultures. Environment, contexts, histories, arts, ideas (2021-2024)
Tutor: prof.ssa A. Pedrotti
Titolo del progetto: Per un approccio sistematico alla comprensione e alla tutela dei siti archeologici in grotta della Campania
Riassunto della ricerca: Il progetto ha due obiettivi: sistematizzare e incrementare la conoscenza dei rinvenimenti archeologici in grotta in Campania; rafforzare la tutela delle grotte, intese come deposito archeologico attraverso un sistema informativo territoriale (Gis).
Attualmente manca uno studio sistematico sull’archeologia delle grotte della Campania. Gli studi circoscritti a singoli contesti, non considerano la relazione tra i siti in grotta e siti esterni. Inoltre, si rilevano lacune nel catasto esistente, essendo state molte grotte esplorate solo da speleologi.
Il progetto prevede una prima fase costituita dal censimento dei siti in grotta. In una seconda fase si procederà all'analisi della distribuzione degli insediamenti e dei reperti. L'analisi ha come scopo
I) elaborare una mappatura in chiave diacronica dei contesti,
II) mappare le relazioni tra i siti noti e gli areali esterni;
III) definire le forme di occupazione e l'uso funzionale dei siti in grotta.
Lo studio contribuisce a un incremento della conoscenza del territorio e dell'apporto scientifico - archeologico all’attività speleologica, coinvolgendo enti e istituzioni, in un'ottica di rete sempre più ampia.
Summary of the research: The project has two objectives: to reorganize and increase the knowledge of archaeological discoveries of caves in the Campania region; to strengthen the protection of caves, intended as archaeological repositories, through a territorial information system (Gis). A systematic study of the caves archaeology in Campania is currently lacking. Studies are limited to single contexts and do not consider the relationship between caves and external sites. Moreover, there are gaps in the current tool, as many caves have been explored only by speleologists. The project foresees a first phase consisting in the census of cave sites. In the second phase the distribution of settlements will be analyzed. The aim of the analysis is
I) to elaborate a diachronic mapping of the contexts,
II) to map the relationships between the already known sites and the external areas;
III) to define the functional use of the cave sites.
The study will contribute to increase the knowledge of the territory and provide a scientific-archaeological approach to the speleological activity, involving several institutions to expand the archeological network.
Impiego attuale: Dottoranda
Current Employment: PhD Candidate
Altre informazioni: Academia, Researchgate
Ciclo 36°- Culture d’Europa. Ambiente, spazi, storie, arti, idee/European Cultures. Environment, contexts, histories, arts, ideas (2021-2024)
Tutor: prof. E. Vaccaro
Titolo del progetto: Tecniche costruttive di epoca romana: catalogo ed analisi delle strutture edilizie presenti in Trentino
Riassunto della ricerca: Il progetto intende realizzare uno studio sistematico delle tecniche costruttive delle strutture edilizie di età romana ritrovate in Trentino, ponendo particolare attenzione a quegli elementi di tipicità regionale, da cui si potranno desumere considerazioni di carattere sociale, economico e culturale. Il fine è quello di creare un catalogo delle tecniche edilizie che, fornendo informazioni in modo critico e puntuale, possa divenire strumento conoscitivo e consultivo soprattutto per future indagini archeologiche e interventi di conservazione. In breve, il progetto mira a colmare un deficit conoscitivo presente nella letteratura archeologica e a comprendere e analizzare l'evoluzione delle tecniche costruttive romane a livello regionale.
Summary of the research: The main purpose of the research project is to realize a systematic study of the construction techniques of Roman buildings found in Trentino, paying particular attention to typical regional elements. The goal is to create a building techniques catalog which, by providing critical and punctual information, it could become a cognitive and consultative tool especially intended for future archaeological investigations and conservation interventions. The project aims to fill a lack in the archaeological literature, trying to understand and analyze the evolution of the Roman construction techniques in the region.
Impiego attuale: Dottoranda
Current Employment: PhD Candidate
Altre informazioni: Academia, Researchgate, Linkedin
35° ciclo di dottorato
Ciclo 35°- Culture d’Europa. Ambiente, spazi, storie, arti, idee/European Cultures. Environment, contexts, histories, arts, ideas (2020-2023)
Tutor: prof.ssa E. Possenti
Titolo del progetto: Presenze germaniche nell’Italia tardoantica
Riassunto della ricerca: Obiettivo della ricerca è comporre il quadro delle presenze germaniche nell’Italia tardoantica, individuando le testimonianze archeologiche relative agli spostamenti di gruppi umani che costituirono le premesse delle grandi migrazioni altomedievali. Nello specifico, si intendono mettere a confronto le strutture insediative, la cultura materiale, gli usi funerari e i risultati di recenti analisi antropologiche, che identificano le popolazioni germaniche nelle sedi originarie, nelle tappe intermedie dei loro spostamenti verso ovest e nelle sedi di destinazione finale nella Penisola.
Summary of the research: The aim of the research is to give the picture of Germanic presences in late antique Italy (250-500 AD), identifying the archaeological evidences relating to the movement of human groups that formed the basis of the great early medieval migrations. Specifically, we intend to compare the settlement structures, the material culture, the burial habits and the results of recent anthropological studies, which identify the Germanic populations in their original sites, in the intermediate stages of their migrations to the West and in their final destinations in the Peninsula.
Impiego attuale: Dottoranda
Current Employment: PhD Candidate
Altre informazioni: Researchgate, Academia, Orcid
Ciclo 35°- Culture d’Europa. Ambiente, spazi, storie, arti, idee/European Cultures. Environment, contexts, histories, arts, ideas (2020-2023)
Tutor: prof. S. Grimaldi
Titolo del progetto: Lo sfruttamento delle risorse animali nel Pleistocene superiore in Italia settentrionale: ricostruzione delle strategie venatorie nella sequenza del Paleolitico medio e superiore al Riparo Mochi (Balzi Rossi) e Riparo Tagliente (Monti Lessini)
Riassunto della ricerca: La ricerca definirà i comportamenti venatori delle due specie umane che abitarono l’Italia settentrionale nel corso del Paleolitico medio e superiore, il Neandertal e l’Uomo anatomicamente moderno. Lo studio analizzerà i resti faunistici provenienti dai livelli musteriani, protoaurignaziani e aurignaziani di due siti chiave: il Riparo Mochi (Balzi Rossi - Liguria) e il Riparo Tagliente (Monti Lessini - Veneto). L’obiettivo finale della ricerca è la ricostruzione dei diversi aspetti del comportamento venatorio umano ma anche la definizione dello scenario ecologico-ambientale e la stagionalità di frequentazione dei siti.
Summary of the research: The research will define the hunting’s behavior of the two human species that inhabited North Italy during Middle and Upper Palaeolithic, the Neanderthal and the Anatomically Modern Human. The study will analyze the faunal remains from musterian, protoaurignatian and aurignatian levels of two key sites: Riparo Mochi (Balzi Rossi – Liguria) and Riparo Tagliente (Monti Lessini – Veneto). Research’s final aim is the human hunting’s behaviour reconstruction as well as the ecological-environmental scenario definition and the seasonal occupation of the two sites.
Impiego attuale: Dottorando
Current Employment: PhD Candidate
Altre informazioni: Academia, Researchgate, Linkedin, Orcid
34° ciclo di dottorato
Ciclo 34°- Culture d’Europa. Ambiente, spazi, storie, arti, idee/European Cultures. Environment, contexts, histories, arts, ideas (2019-2022)
Tutor: prof. D.E. Angelucci
Titolo del progetto: Archeologia d’alta quota alle sorgenti del Brembo
Riassunto della ricerca: Il progetto si propone di ricostruire le dinamiche di popolamento e sfruttamento del territorio in un'area limitata dell'alta valle Brembana, sita in comune di Carona (BG), attraverso uno studio delle evidenze archeologiche in una prospettiva temporale diacronica. L'area è caratterizzata dalla presenza di incisioni rupestri, databili dalla tarda età del Ferro fino all'età contemporanea, ed è stata sfruttata per attività estrattive di minerale ferroso fino alla metà del XX sec. d.C.; la zona conserva inoltre una forte vocazione pastorale, con allevamenti ovini e bovini a carattere stagionale.
Summary of the research: The project aims at understanding the human presence in a specific area in the Alps, in order to define its chronology, its economical and social aspects and the adaptation to the alpine environment. The focus of the present study is an inner portion of the Brembo Valley, in the Orobian Alps, province of Bergamo, Northern Italy. The area was exploited for mining activities and for animal grazing at least from early medieval times. It is also noteworthy to mention the presence of numerous rock engravings, dated back since the late Iron Age and early Roman Age (5 th to 1 nd century BC) and lasting until nowadays. The project main approach is a combination of field activity (survey and excavation) and spatial analysis performed through G.I.S. software.
Impiego attuale: Dottorando
Current Employment: PhD Candidate
Altre informazioni: Academia, Researchgate, Orcid
Ciclo 34°- culture d’europa. ambiente, spazi, storie, arti, idee/european cultures. environment, contexts, histories, arts, ideas (2019-2022)
Tutor: prof.ssa E. Possenti
Titolo del progetto: Le sepolture femminili privilegiate in Italia tra la seconda metà del vi e la fine del vii secolo: materiali, contesti e problemi.
Riassunto della ricerca: nell’ambito dell’archeologia funeraria altomedievale il progetto mira a indagare le sepolture femminili in condizioni di privilegio rinvenute entro gli attuali confini italiani, attraverso una serie di criteri archeologici desumibili direttamente dalle tombe. In questo modo si vogliono analizzare le molteplici caratteristiche e le trasformazioni delle aristocrazie laiche ed ecclesiastiche distribuite nelle città e nelle campagne e i rapporti intercorsi con la corte regia, in un periodo storico cruciale per la penisola poiché profondamente segnato da cambiamenti sociali, politici ed economici.
Summary of the research: In the context of early medieval funerary archeology, my project aims to investigate privileged female burials, found within current Italian borders, through a series of archaeological criteria that can be deduced directly from the tombs. In this way I want to analyze the multiple characteristics and transformations of the secular and ecclesiastical aristocracies distributed both in the cities and countryside and the relations with the royal court, during a crucial historical period for the Italian peninsula because deeply marked by social, political and economic changes.
Impiego attuale: Dottoranda
Current Employment: PhD Candidate
Altre informazioni: Academia, Researchgate, Linkedin, Orcid
Affiliazione: Universidad Cordoba (Instituto de Estudios de Postgrado), Andalucia, ES. Programma di dottorato: Recuperación y Gestión de Patrimonio Arqueológico de la Prehistoria Métodos y Técnicas.
Affiliation: Universidad Cordoba (Instituto de Estudios de Postgrado), Andalucia, ES. PhD Program: Recuperación y Gestión de Patrimonio Arqueológico de la Prehistoria Métodos y Técnicas.
Ente di affiliazione per il titolo europeo (Estancia): Institut Für Ur- Und Frühgeschichte und Archäologie Des Mittelalters, Eberhard Karls Universität Tübingen, DE.
Affiliation with EU institutions: Institut Für Ur- Und Frühgeschichte und Archäologie Des Mittelalters, Eberhard Karls Universität Tübingen, DE.
Tutor: J.C. Martín de La Cruz
Titolo del progetto: Forme di relazioni interculturali nella seconda metà del secondo millennio a.C.: il caso della Sicilia
Riassunto della ricerca: L’oggetto della ricerca è quello raccogliere tutti i dati noti e proporre una ricostruzione realistica del rapporto tra le popolazioni indigene della Sicilia e popolazioni allogene provenienti dal continente (Ausoni) e soprattutto dal Mediterraneo (micenei, maltesi e ciprioti) nella seconda metà del secondo millennio a.C.
Attraverso l’esame di tutti i siti e il confronto tra quelli che presentano materiale d’importazione e quelli che ne sono privi è stato possibile definire sia il tipo di relazione (diretta o indiretta) tra le popolazioni autoctone e quelle allogene sia la loro evoluzione e dinamica durante il Bronzo medio e recente.
La presenza di materiale d’importazione o meno ha inoltre consentito di comprendere le modalità di risposta, passiva o attiva, all’arrivo dei “popoli del mare”.
Sono state inoltre studiate le correnti del Mediterraneo nei diversi mesi dell’anno per identificare rotte e possibili “porti”.
La tesi è correlata da un ampio catalogo che comprende tutti i siti presi in esame e il materiale rinvenuto.
Summary of the research: This research aim to collect all data and archaeological evidence helpful to define interaction between indigenous people of Sicily and those coming from Italian peninsula (Ausoni) and from Mediterranean world (Mycenaean, Maltese and Cypriots) during the second half of II mill. B. C.
Analyses and comparison of all sites with presence or absence of imported artefacts allowed to define the kind of relation (direct or indirect) the evolution, the dynamics and the ways to react (active or passive) between indigenous and allogeneic populations during Middle and Recent Bronze Age.
Currents flows of the Mediterranean Sea in different months of the year has been studied in order to identify routes and possible "docks". A large catalogue includes all sites examined and materials found.
Altre informazioni: Academia, Researchgate
33° ciclo di dottorato
Ciclo 33° - Culture d’Europa. Ambiente, spazi, storie, arti, idee/European Cultures. Environment, contexts, histories, arts, ideas (2017-2020)
Tutor: prof.ssa A. Pedrotti
Titolo del progetto: Alle origini del rogo votivo
Riassunto della ricerca: Il rogo votivo è un fenomeno religioso attestato in diversi luoghi di culto dall’età del Bronzo fino in epoca romana. Questo rito, praticato per millenni, sembra avere le sue origini nella tarda età del Rame come dimostrano alcune testimonianze di rituali legati al fuoco, tra cui il sito Pigloner Kopf in Sudtirolo con evidenze di culto (ripostigli in selce e rame, ceramica e ossa di animali bruciati). Attraverso le analisi scientifiche si intende rintracciare le vie di commercio del rame e le influenze culturali e religiose nel III millennio a.C.
Summary of the research:The peak sanctuary Pigloner Kopf in South Tyrol (Italy), dated in the middle and late copper age (2900-2300 BC) could be near the origin of this religious practice in the Alps. A secondary deposit under a rock shelter contained a large number of copper tools (miniaturistic axes, dagger), fragments of pottery, flint and many calcinated animal bones. Burnt offerings are typical for the phenomenon of worship places with burned sacrifices known in the alpine region as „Brandopferplätze/roghi votivi“ and in the mediterrean area from Bronze Age to the late Roman Empire. The research is focussed on the metallurgical and religious influences in the third millennium BC.
Impiego attuale: Dottorando
Current employment: PhD Candidate
32° ciclo di dottorato
Ciclo 32° - Culture d’Europa. Ambiente, spazi, storie, arti, idee/European Cultures. Environment, contexts, histories, arts, ideas (2016-2019)
Tutor: prof. D.E. Angelucci
Titolo del progetto: Modalità di sfruttamento dello spazio da parte dei gruppi umani in Europa durante l’ultimo interglaciale (MIS 5): un approccio geoarcheologico
Riassunto della ricerca: Il progetto si inserisce all’interno di un filone di ricerca incentrato sulla contestualizzazione cronostratigrafica di siti preistorici scavati durante i secoli scorsi, ma che continuano a rivestire un ruolo importante all’interno della ricerca archeologica moderna. In questo scenario, l’approccio geoarcheologico risulta particolarmente rilevante per via dell’intricata relazione esistente tra il registro sedimentario e quello archeologico. Vengono presi in esame siti noti, ma deficitari di studi stratigrafici sistematici, con il duplice obiettivo di ricostruire i processi di formazione del deposito e di testare l’utilità di questo approccio anche in contesti non classificabili come ad ‘alta risoluzione’. Nel concreto, il progetto indaga due siti chiave nell’ambito delle ricerche sul Paleolitico dell’Italia settentrionale: la Ciota Ciara (Borgosesia, VC) e Balzi Rossi Museo (Ventimiglia, IM). L’attività di ricerca combina interventi sul terreno e analisi di laboratorio e si focalizza in particolare sullo studio microstratigrafico per mezzo della micromorfologia archeologica.
Summary of the research: The project fits a line of research that focuses on the chronostratigraphic contextualization of prehistoric sites that, whilst being excavated during the past centuries, are still relevant within the current archaeological research. In this scenario, the geoarchaeological approach is particularly relevant due to the intricate relationship between the sedimentary and the archaeological records. The project aims to focus on well-known sites which lack systematic stratigraphic studies, with a dual purpose: firstly, reconstructing site formation processes and, secondly, testing whether this approach can be successful even when applied in contexts not classifiable as ‘high resolution’. In concrete terms, this project outlines the study of two Paleolithic key sites in northern Italy: Ciota Ciara site (Borgosesia, VC) and Balzi Rossi Museo site (Ventimiglia, IM). The research activity combines fieldwork and laboratory analysis, focusing more specifically on the microstratigraphic analysis by means of archaeological micromorphology.
Altre informazioni: Academia, Researchgate, Mendeley, Orcid
31° ciclo di dottorato
Ciclo 31° - Culture d’Europa. Ambiente, spazi, storie, arti, idee/European Cultures. Environment, contexts, histories, arts, ideas (2015-2018)
Tutor: prof.ssa A. Pedrotti
Anno discussione: 2019
Titolo del progetto: Il vaso antropomorfo nel Neolitico: origine, funzione e significato
Riassunto della ricerca: La ricerca ha affrontato il fenomeno dei vasi antropomorfi tra il VII e gli inizi del V millennio a.C. in una vasta area che comprende la penisola italiana con la Sicilia, l’Europa centrale, i Balcani e il Vicino Oriente. L’indagine ha permesso di censire 927 esemplari provenienti da 229 siti. L’analisi formale dei manufatti appartenenti alle culture attestate tra la Mesopotamia e il Reno ha consentito di stabilire i tempi e i vettori di diffusione di questa tradizione prima del suo arrivo in Italia, nonché di ipotizzare le connessioni che hanno trasmesso la tradizione del vaso antropomorfo alle comunità agricole del Neolitico nel sud-est del Mezzogiorno italiano.
Lo studio dei reperti italiani ha condotto al riconoscimento di quattro aree principali interessate dal fenomeno e ha permesso di definirne gli stili.
Parte importante dello studio è stato l’esame dei singoli contesti di ritrovamento dei reperti, ai fini di comprenderne i possibili ambiti d’uso. In particolare la ricerca ha permesso di evidenziare la frequente e diffusa presenza del vaso antropomorfo in buche di rifiuti unitamente ad una serie di oggetti simbolici: una presenza costante e dunque non casuale, che è indizio di scarto deliberato di materiali selezionati. Tale circostanza induce a ritenere che il vaso antropomorfo appartenga a un set di oggetti di uso rituale e che le rifiutaie del neolitico, contrariamente a quanto generalmente si ritiene, vadano interpretate anche come luoghi di attività performativa.
Summary of the research: This research deals with the phenomenon of anthropomorphic vessels between the 7th and the beginning of the 5th millennium BC in a vast area that includes the Italian peninsula with Sicily, Central Europe, the Balkans and the Near East. The survey concerned 927 specimens from 229 sites. The formal analysis of the artifacts belonging to the cultures attested between Mesopotamia and the Rhine river allowed to establish the times and vectors of diffusion of this tradition before its arrival in Italy, as well as to hypothesize the connections that have transmitted the tradition of the anthropomorphic vessel to the Neolithic farming communities in the south-east of southern Italy.
The study of Italian finds has led to the recognition of four main areas affected by the phenomenon and has allowed us to define their styles.
An important part of the study was the examination of the archaeological contexts of the finds, in order to understand the possible spheres of use. In particular, the research allowed us to highlight the frequent and widespread presence of the anthropomorphic vessel in waste pits together with a series of symbolic objects: a constant presence and therefore not random, which is a hint of deliberate deposition of selected materials. This circumstance suggests that the anthropomorphic vessel belongs to a set of objects of ritual use and that the Neolithic refuse pit, contrary to what is generally believed, should be interpreted also as places of performative activity.
Impiego attuale: Collaboratore presso il Laboratorio B. Bagolini del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento
Current employment: Collaborator at the B. Bagolini Laboratory of the Department of Letters and Philosophy of the University of Trento
Altre informazioni: Academia, Researchgate, Orcid
CICLO 31°- Culture d’Europa. Ambiente, spazi, storie, arti, idee/European Cultures. Environment, contexts, histories, arts, ideas (2015-2018)
Tutor: prof.ssa E. Possenti
Anno discussione: 2019
Titolo del progetto: Sepolture di cavalieri e cavalli in Italia e nell'occidente europeo tra IV e VIII secolo d.C. Testimonianze archeologiche e contesti culturali
Riassunto della ricerca: Nel progetto di dottorato sono state indagate le inumazioni che hanno restituito corredi assimilabili allo status di cavaliere e le sepolture intenzionali di equini - in alcuni casi associate a resti di altri animali - rinvenute in area italiana e databili tra IV e VIII secolo d.C. Per ogni attestazione sono stati studiati i contesti culturali, confrontando i dati raccolti con casi analoghi riscontrati nei territori d’Oltralpe e delle steppe asiatiche.
Summay of the research: The doctoral project investigates the burials that returned funeral kit comparable to the status of knight and intentional burials of equines - in some cases associated with the remains of other animals - found in the Italian peninsula and datable between 4th and 8th centuries AD. For each attestation the cultural contexts have been studied, comparing the data collected with similar cases found in the Oltralpe territories and in the Asian steppes.
29° ciclo di dottorato
Ciclo 29° - Ciclo Studi Umanistici. Discipline filosofiche, storiche e dei beni culturali/Humanities, Philosophy, History and Cultural Heritage (2014-2016)
Tutor: prof. ssa A. Pedrotti
Anno discussione: 2018
Titolo del progetto: Strutture di combustione e produzione ceramica a Lugo di Grezzana (VR): l’uso dell’archeologia sperimentale per l’ interpretazione di processi archeologici
Riassunto della ricerca: Nell'ambito dell'analisi delle strutture d'abitato è facile imbattersi in tracce di utilizzo del fuoco. Esse sono riferibili ad attività di vario genere, sia domestiche che artigianali: possono essere legate all'illuminazione, al riscaldamento, alla cottura del cibo e a molte altre che spesso sono difficili da individuare. Quello che rimane sono le strutture di combustione impiegate che, a partire dal Neolitico, assumono un ruolo determinante anche in relazione a nuove attività produttive legate a modi di vita stanziali. In questo lavoro, al fine di elaborare un quadro delle evidenze note durante il Neolitico è stata effettuata una classificazione delle attestazioni di strutture di combustione nella nostra penisola e al di fuori dei suoi confini. Il caso studio è rappresentato dal sito di Lugo di Grezzana (VR) ubicato ai piedi dei Monti Lessini oggetto di ricerche sistematiche che hanno permesso di mettere in luce un abitato inquadrabile nel Neolitico antico e attribuibile alla cultura di Fiorano, 5500 - 4900 a.C. cal. Nel dettaglio vengono presentate e analizzate le strutture di combustione in fossa rinvenute nel sito. Esse si contraddistinguono per la presenza di tutte quelle tracce considerate identificative di processi di combustione: forti alterazioni termiche del suolo (rubefazione), presenza di carboni, ceneri, concotti e travi carbonizzate. Il lavoro è stato integrato da analisi archeometriche mirate alla caratterizzazione dei campioni di concotto disponibili (spettroscopia a infrarossi con Trasformata di Fourier, FT-IR, microscopia elettronica a scansione, SEM). L'uso dell'archeologia sperimentale come metodo di verifica di specifiche ipotesi che favoriscano una migliore interpretazione delle evidenze in esame è parte fondamentale della ricerca. Attraverso repliche di cottura in buca svolte sul campo, in prossimità del sito originario, è stato possibile risalire alle cause che possono essere state all'origine della formazione delle tracce presenti nel record archeologico. I rapporti di causa-effetto connessi alla combustione e le relative ripercussioni sulla struttura impiegata, sono stati dunque oggetto d'indagine e hanno permesso di rispondere a una serie di interrogativi e confermare o meno le ipotesi di volta in volta formulate. È stato possibile comprendere meglio i processi legati all'alterazione termica dei sedimenti e alla preservazione di travi sul fondo la cui presenza, potrebbe esser riconducibile a una funzione ben specifica. Le repliche hanno permesso inoltre di approfondire le conoscenze sulla capacità termica delle strutture in fossa e i risultati consentono di considerarle potenzialmente adatte per la cottura di una classe ceramica come la figulina, come attestato dalle temperature massime raggiunte (700° C - 900° C). I risultati ottenuti permettono di sottolineare l'importanza di una disciplina come l'archeologia sperimentale che, grazie all'osservazione di fenomeni "dinamici" costituisce un importantissimo strumento per la comprensione del record archeologico.
Summary of the research: Traces of fire are very frequent into archaeological deposits and recorded in very ancient periods of human prehistory. They can be referred to various activities, both domestic and crafting: lightning, heating, cooking of the food, transformation of raw materials like bone, wood, horn, stone or pigments and many other materials often difficult to detect. From Neolithic times many of them can be considered the remains of new complex productive activities linked to sedentary lifestyles.
The research analyze evidence of fire structures during Neolithic times in our peninsula and abroad. The main focus is on firing structures investigated in Lugo di Grezzana (VR), an early Neolithic settlement that has been related to Fiorano culture (5500-4900 B. C. cal), located in Valpantena, at the foot of Lessini Mountains, one of the major flint source of the area. Firing pits are all characterized by deep rubefaction of the walls, a slightly-fired bottom (or not fired at all) and large carbonized beams just few centimeters above the bottom. There are also all those identifying elements of activities related to the use of fire: ash, charcoal, fired clay, ecofacts and artifacts with traces of fire alteration. The filling over the carbonized beams consists of mixed sediment and chaotic lying artifacts.
Experimental archaeology has been a valid method to test hypothesis. Several experimental replica of pit fires were held in order to better understanding archaeological evidence found and helped in the interpretation of investigated features. They also allowed to observe several variables involved and to understand how each of them can influence results such as fire traces or thermal profiles of the structures.
SEM-EDXS and FT-IR analyses on both archaeological and experimental samples of fired sediments integrated the research and offered an interesting comparison that allowed to make several considerations.
Post-doc e altri progetti Organizzazione scientifica, attività di segreteria, redazione testi, contatti e comunicazione in occasione del Convegno di Archeologia Sperimentale (EAC11), 2-4 Maggio 2019, Trento
Altre informazioni: Researchgate, Academia
28° ciclo di dottorato
Ciclo 28°- Ciclo Studi Umanistici. Discipline filosofiche, storiche e dei beni culturali/Humanities, Philosophy, History and Cultural Heritage (2012-2015)
Tutor: prof.ssa E. Possenti
Anno discussione: 2017
Titolo del progetto: Qualità di vita e salute in Trentino e Veneto tra età Tardoantica e Medievale. Studio antropologico e archeometrico di un campione umano
Riassunto della ricerca: Il progetto di dottorato qui presentato, si occupa della ricostruzione del profilo biologico, patologico e nutrizionale attraverso la ricostruzione della dieta di una parte della popolazione trentina e veneta vissuta in ambito urbano e rurale tra IV-XVIII secolo d.C. Il campione, ben diversificato a livello storico-geografico, proviene da 20 contesti funerari scelti tra quelli rinvenuti negli ultimi trent’anni e sulla base di questi è stato tracciato un transetto che, partendo dalle aree trentine, ha coinvolto i territori alpini, prealpini veneti fino alle aree lagunari e sulla base di questo è stato organizzato lo studio. Appartengono alle province di Trento i siti Palazzo Roccabruna (prima e seconda fase di necropoli, IV-VII sec. d.C.), Palazzo Pretorio (V-VII sec. d.C.), Palazzo Tabarelli (V-VII sec. d.C.) Riva del Garda-chiesa dei Santi Cassiano e Ippolito (prima e seconda fase di necropoli V-VII sec. d.C.), Vigo Lomaso-Monte San Martino (VI-VII sec. d.C.), Ossana-chiesa di San Vigilio (XVII-XVIII sec. d.C.), Segno-chiesa della Natività della Vergine Maria (XV-XVIII sec. d.C.) e Smarano-chiesa di Santa Maria Assunta (fine XII-XV sec. d.C.), di Belluno i siti di Palazzo Fulcis (seconda metà VI-VII sec. d.C.) e Ponte nelle Alpi-località Reveane (seconda metà VI-VII sec. d.C.), di Treviso Vittorio Veneto-San Rocco (fine V-VI sec. d.C.) e Via Malanotti (VII-VIII sec. d.C.), di Vicenza Arzignano-località Cava Poscola (metà V sec. d.C.) e infine di Venezia Altino-Mobilificio Filadelfia (metà IV-inizio V sec. d.C.) e località Zacchello (III-IV sec. d.C.). L’obbiettivo è fornire nuovi dati per una maggiore caratterizzazione della popolazione in età Tardoantica, Altomedievale, Bassomedievale-età Moderna, completando e rafforzando le conoscenze esistenti legate al dato archeologico e storico che riguardano tale periodo fornendo un contributo utile a illuminare alcune zone d’ombra presenti all’interno delle conoscenze dei processi sociali ed economici verificatisi in quest’area, con un occhio di riguardo all’Altomedioevo, momento che ancor oggi richiede, per alcuni aspetti, maggiore chiarezza a causa della scarsità di fonti scritte disponibili. Sono state selezionate 185 sepolture per un totale di 223 individui inumati, messi a disposizione dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Archeologici della Provincia Autonoma di Trento e dalla Soprintendenza Archeologica per il Veneto. L’analisi del campione è stata effettuata non solo a livello di contesto funerario, ma anche a livello di periodo storico, attraverso una metodologia multidisciplinare, basata su indagini sia bioarcheologiche che archeometriche. La ritualità è stata dedotta dall’edito mentre l’analisi bioarcheologica è stata effettuata ex-novo su tutto il campione con la ricostruzione del profilo biologico, l’analisi del quadro occupazionale e patologico, ponendo particolare attenzione alle evidenze legate allo stato nutrizionale. Dal quadro complessivo emerso si evince una popolazione con un discreto stato di salute compatibile con il periodo. Le analisi degli isotopi stabili di carbonio e azoto sul collagene osseo hanno interessato 114 individui e sono state condotte presso i Laboratori del Department of Human Evolution del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia (MPI-EVA) in Germania grazie alla disponibilità del direttore del Dipartimento, Prof. Jean-Jacques Hublin e dell’allora direttore del gruppo di ricerca legato alle scienze archeologiche, Prof. Michael P. Richard, con la collaborazione e la supervisione del Prof. Marcello A. Mannino, allora ricercatore presso lo stesso Istituto. I valori del carbonio del campione di età Tardoantica sono tipici di una dieta basata su piante a fotosintesi C3 quali frumento, orzo segale e altri cereali chiamati “maggiori”, quelli legati all’età Altomedievale a piante sia C3 che C4 come miglio, panìco e sorgo, mentre quelli di età Bassomedievale-età Moderna presentano una variazione ancora più ampia. La spiegazione di questa varietà nei valori del carbonio può essere ricercata nel cambiamento delle colture in questi tre periodi storici legata in parte sia alla peculiarità dell’areale geografico investigato che ha visto incontrarsi e scontrarsi modelli alimentari differenti, sia alle variazioni climatiche intercorse nel periodo considerato. La sovrapposizione di culture diverse può giustificare anche la varietà della quantità di proteine assunte in età Tardoantica che con il passare dei secoli si riduce. Inoltre, in età Tardoantica e Altomedievale la stabilità dei valori più bassi dell’azoto a fronte di un abbassamento dei valori più alti nel secondo periodo, potrebbero indicare una diminuzione degli individui con una dieta basata prevalentemente su proteine animali, mentre in età Bassomedievale-età Moderna si assiste a una probabile omogeneizzazione delle quantità proteiche assunte. Nel complesso i trend che emergono suggeriscono cambiamenti nelle diete trentine e venete tra la fine del periodo romano e la fine del Medioevo simili a quelli recentemente riscontrati nelle regioni limitrofe. Il quadro patologico-alimentare è stato integrato con i dati ottenuti dall’osservazione delle patologie su 3071 elementi dentari appartenenti a 142 individui. Correlando il numero delle carie di ogni soggetto sottoposto ad analisi isotopiche con i valori ottenuti, è emerso chiaramente come negli individui con valori dell’azoto più alti la presenza della carie sia minore, o addirittura assente, mentre negli individui che presentano valori più bassi, sia di gran lunga maggiore.
Summary of the reasearch: The objective of the PhD project is to reconstruct the biological pathological and nutritional profile through the analysis of the diet of human remains that came from 20 funeral area discovered in the latest 30 years.
The human remains are coming from communities that lived in Trentino and Veneto area between the last Roman period to the Middle Ages (IV-XVIII century A.D.), moreover, they were collected along a transect covering the land from Trentino Alps, Venetian Prealps till the lagoon area.
The sites considered in the research are in Trentino and Veneto, in detail: from Trento’s town Palazzo Roccabruna (prima e seconda fase di necropoli, IV-VII sec. d.C.), Palazzo Pretorio (V-VII sec. d.C.), Palazzo Tabarelli (V-VII sec. d.C.); from Riva del Garda’s town (TN) -chiesa dei Santi Cassiano e Ippolito (prima e seconda fase di necropoli V-VII sec. d.C.); from Vigo Lomaso’s village (TN) Monte San Martino (VI-VII sec. d.C.); from Ossana’s village (TN) chiesa di San Vigilio (XVII-XVIII sec. d.C.); from Segno’s village (TN) chiesa della Natività della Vergine Maria (XV-XVIII sec. d.C.); from Smarano’s village (TN) chiesa di Santa Maria Assunta (fine XII-XV sec. d.C.); from Belluno’s town Palazzo Fulcis (seconda metà VI-VII sec. d.C.); from Ponte nelle Alpi’s (BL) in location Reveane (seconda metà VI-VII sec. d.C.); from Vittorio Veneto’s (TV) location, San Rocco (fine V-VI sec. d.C.) e Via Malanotti (VII-VIII sec. d.C.); from Arzignano’s village (VI) location Cava Poscola (metà V sec. d.C.); Altino’s village (VE) location Mobilificio Filadelfia (metà IV-inizio V sec. d.C.) and location Zacchello (III-IV sec. d.C.).
From these sites have been selected 185 tombs and analyzed 223 skeletons, all provided by Soprintendenza per i Beni Architettonici e Archeologici della Provincia Autonoma di Trento and by Soprintendenza Archeologica per il Veneto. For all the remains it has been analyzed the funerary rites studying the graves taphonomy just from publications, instead of the biological profile as gender, age at the death, height, the health condition and the employment activities of each individual was made ex-novo in order to define their lifestyle. During this work I have paid special attention to the evidence that highlighted nutritional aspect so we can say that this human had a fair state of health.
Furthermore, apart from this, I have done the stable isotopes analysis of carbon and nitrogen of collagen bones over 114 persons. I have made this analysis by the Laboratory of the Department of Human Evolution of Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology in Lipsia (MPI-EVA) Germany, thanks to the kindly helpfulness of the Department Director Prof. Jean-Jacques Hublin and at that time the director of the research group Prof. Michael P. Richard with the collaboration and supervision of Prof. Marcello A. Mannino at that time researcher in the same Institute.
The value of stable isotope extracted from the individual show three different pictures: in Late Antiquity age is put in evidence a diet based on plants C3 as wheat, barley and rye; in Early Middle Ages is put in evidence a diet based on plats C3 and C4 as millet and sorghum; in Late Middle Age and Modern Age were put in evidence a diet with wide variation based on plats C3 and C4.
The explanation of the differences in these three pictures is tight connected with cultural changes and to the specific geographic area. In fact, in this area collided and overlapped very different dietary model due to climatic changes and cultural assimilation.
The overlapping of different culture can justify also the wide range of protein assumption during the Antiquity age and as the centuries go by we can notice a reducing trend. Comparing the Early Middle Ages value with the Antiquity age one, we can notice a clear reduction of the higher value and a stable lower value that can be explained with the decrease of the individual with a protein model diet. The Modern Age register a decrease of maximum and minimum value that can be read as a general reducing protein assumption.
We can say that the general trend registered in the Trentino and Veneto diet, between the last Roman period and the end of the Medieval Age, is similar to the one described in the bordering regions.
Pathological-dietary picture has been integrated registering and evaluating specific pathology over 3071 teeth belonged to the 142 human remains. Then I have connected the number of the dental caries with the isotopic data of every studied individual and it is clear from the data that more high is le N valueless is the presence of dental caries or even missing.
Post-doc e altri progetti 2019: Partecipa al progetto "3D Models of osteoarcheological findings. Case of study: Medieval remains of human vertebrae uncovered in the Church of Santa Maria del Monte in Varese, North Western Italy (XVIII-XX century AD)”, in collaborazione con Chisté P. (TeFALab, Dipartimento di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Trento), Tonina E. (LaBAAF, Dipartimento di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Trento), Licata M., Gorini I., Larentis O. (Centro di Ricerca in Paleopatologia e Osteoarcheologia, Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita, Università dell'Insubria, Varese)
Post-doc and other projects 2019: Participates in the project "3D Models of osteoarcheological findings. Case of study: Medieval remains of human vertebrae uncovered in the Church of Santa Maria del Monte in Varese, North Western Italy (XVIII-XX century AD)", in collaboration with Chisté P. (TeFALab, Department of Humanities of the University of Trento), Tonina E. (LaBAAF, Department of Humanities of the University of Trento), Licata M., Gorini I., Larentis O. (Centre of Research in Osteoarchaeology and Paleopathology, Department of Biotechnology and Life Sciences, University of Insubria, Varese).
Altre informazioni: Academia
28°- Ciclo Studi Umanistici. Discipline filosofiche, storiche e dei beni culturali - Docteur en Préhistoire
Tutor in cotutela: prof. S. Grimaldi; prof. D. Binder (CEPAM-Francia)
Discussione anno: 2016
Titolo del progetto: Il Gravettiano dell’Italia tirrenica nel contesto mediterraneo: definizione delle strategie di insediamento e mobilità attraverso lo studio delle materie prime e delle industrie litiche
Riassunto della ricerca: Il Gravettiano è il secondo complesso crono-culturale del Paleolitico superiore, diffusosi in tutta Europa tra 30.000 e 20.000 anni fa. Durante questo periodo a causa dell’avvicinarsi dell’ultimo massimo glaciale l’Italia era divisa in due regioni dalla catena appenninica: da un lato la costa adriatica caratterizzata da un clima freddo-umido e dall’altro la costa tirrenica più temperata. Quest’ultima costituisce l’area d’indagine di questa ricerca. Al fine di comprendere le dinamiche di sviluppo e le strategie di mobilità dei gruppi gravettiani sono stati presi in esame diversi insiemi litici: a) la sequenza gravettiana del Riparo Mochi (Balzi Rossi, Liguria – Italia), una delle più importanti stratigrafie del Paleolitico superiore italiano, è stata interamente analizzata; b) all’interno dei Balzi Rossi un confronto diretto è stato realizzato grazie allo studio della Grotta dei Fanciulli; c) Infine, il sito di Bilancino (Toscana – Italia) e alcune piccoli siti della Francia meridionale sono stati indagati permettendo di contestualizzare il Gravettiano tra l’arco liguro-provenzale e l’Italia nord-occidentale. La relazione tra la provenienza delle materie prime e gli aspetti tecno-tipologici delle industrie litiche ha permesso di approfondire le nostre conoscenze sul comportamento dei gruppi di cacciatori-raccoglitori gravettiani, ridiscutendo la cronologia e la mobilità territoriale del Gravettiano di tutta l’Italia tirrenica.
Summary of the reasearch: The Gravettian is the second chrono-cultural complex of the Upper Paleolithic after the Aurignacian. The Gravettian diffusion, throughout Europe, took place in a short span of time between 30.000 and 20.000 years BP. During this period, the climate instability due to the LGM approach created different environments. Particularly, Italy was split in two regions separated by the Apennine mountains: the cold and arid Adriatic coast on the first hand and the more temperate Tyrrhenian coast on the other hand. The latter region is the main object of this research. With the aim to understand the development and the mobility strategies used by the Gravettian groups in this area, several lithic assemblages have been analyzed. Specifically, the Gravettian sequence of Riparo Mochi (Balzi Rossi, Liguria - Italy), providing one of the most important stratigraphy of the Italian Upper Paleolithic, has been entirely studied. Inside the Balzi Rossi archaeological complex a direct comparison has been provided by the Gravettian collection of Grotta dei Faniculli. Moreover, some other smaller collections coming from the Provence area have been studied, allowing a comparison with the Balzi Rossi area. Finally, the site of Bilancino located in Tuscany let to contextualize the Gravettian between the liguro-provençal arc and Italy. The relation between techno-typological aspects and the raw materials provenance gives important advances in our comprehension of the behavior of the hunter-gatherer groups who inhabited the sites, discussing the timing and territorial mobility of the Tyrrhenian Gravettian.
Résumé de la recherche: Le Gravettien est le deuxième ensemble chrono-culturelle du Paléolithique supérieur après l’Aurignacien. La diffusion du Gravettien en Europe s’est produite rapidement, entre 30.000 et 20.000 ans BP. Pendant cette période, l’instabilité climatique due à l’approche du LGM a engendré la formation d’environnements différents. En particulier, la péninsule italienne était divisée en deux régions par la chaîne des Apennins: la côte adriatique, froide et aride à Est et la côte tyrrhénienne plus tempérée, à Ouest. Cette dernière fait l’objet de la présente étude. Dans le but de comprendre les stratégies de mobilité adoptées par les groupes gravettiens et leur développement, plusieurs assemblages lithiques ont été analysés. Notamment, la séquence gravettienne du Riparo Mochi (Balzi Rossi, Ligurie – Italie), qui livre une des plus importantes stratigraphies du Paléolithique supérieur italien, a été entièrement étudiée. À l’intérieur du complexe archéologique des Balzi Rossi, une comparaison directe a été faite avec la collection gravettienne de la Grotte des Enfants. Plusieurs collections mineures provenant de sites provençaux ont été examinées, en permettant d’effectuer une comparaison avec les données des Balzi Rossi. Enfin, l’analyse du site de Bilancino situé en Toscane (Italie) a rendu possible de contextualiser le Gravettien entre l’arc liguro-provençal et l’Italie. La relation entre les aspects techno-typologiques et la provenance des matières premières fournit des avancées importantes dans notre compréhension du comportement des chasseur-cueilleurs qui ont habités ces sites et permet de discuter la chronologie et la mobilité territoriale du Gravettien tyrrhénien.
Post-Doc e altri progetti: 2018/2020 - I primi gruppi agropastorali in Trentino: adattamenti tecnici ed evoluzione culturale durante il Neolitico
Post-Doc and other projects: 2018/2020 -The first agro-pastoral groups in Trentino: technical adaptations and cultural evolution during the Neolithic
Impiego attuale: Assegnista di ricerca (Università degli studi di Trento)
Current employment: Post-doctoral research fellow at the Departement of Humanities of Trento
Altre informazioni: Academia, Researchgate, Orcid
Ciclo 28° - Ciclo Studi Umanistici. Discipline filosofiche, storiche e dei beni culturali/Humanities, Philosophy, History and Cultural Heritage (2012-2015)
Tutor: prof.ssa A. Pedrotti, prof.ssa P. Piacentini
Anno discussione: 2016
Titolo del progetto: La collezione predinastica del Museo Egizio di Torino: uno studio integrato di archivi e reperti
Riassunto della ricerca: La collezione predinastica del Museo Egizio di Torino è stata acquisita e arricchita soprattutto grazie all'opera dell'egittologo italiano Ernesto Schiaparelli (1856-1928), attraverso scavi archeologici e acquisti sul mercato antiquario. Schiaparelli non pubblicò mai i risultati dei suoi scavi nei siti predinastici di Gebelein, Hammamiya e Eliopoli e gran parte dei suoi record di scavo rimangono ad oggi inediti. Il presente studio ha come obiettivo quello di ricostruire la storia della formazione della collezione predinastica del Museo Egizio di Torino e di definirne la natura qualitativa e quantitativa attraverso uno studio integrato di archivi e reperti.
Summary of the research: The Predynastic collection of the Museo Egizio (Turin) was mainly acquired by the Italian Egyptologist Ernesto Schiaparelli (1856-1928), leader of the M.A.I. (Missione Archeologica Italiana) through archaeological investigations and purchases on the antiquarian market. Schiaparelli never published extensively the results of his excavation in Predynastic sites as Gebelein, Heliopolis and Hammamiya, and great part of the excavation records are still unedited. This study aims at tracing back the history of the formation of the Predynastic collection stored in the Museo Egizio and at defining its quantitative and qualitative nature by means of an integrated study of artefacts and archives.
Post-doc e altri progetti: Post-dottorato presso l'Università di Pisa, Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere (egittologia.cfs.unipi.it/it/staff-scientifico/federica-ugliano)
; ricercatore presso il Museo Egizio (Torino)
Post-doc and other projects: Post-Doc at the University of Pisa, Department of Civiltà e Forme del Sapere; Research Fellow at Museo Egizio (Turin)
Impiego attuale: Assegnista di ricerca presso l’Università di Pisa, Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere
Current employment: Post-doctoral research fellow at the Department of Civilizations and Forms of Knowledge of the University of Pisa
Altre informazioni: Academia, Pubblicazioni
27° ciclo di dottorato
Ciclo 27° - Ciclo Studi Umanistici. Discipline filosofiche, storiche e dei beni culturali/Humanities, Philosophy, History and Cultural Heritage (2011-2014)
Tutor: prof. D.E. Angelucci
Anno discussione: 2016
Titolo del progetto: Dinamiche formative di due siti di riferimento del Paleolitico nella Penisola Iberica sud-orientale. Analisi micromorfologica dei depositi di Cueva Antón e Cueva Negra (Spagna, Murcia).
Riassunto della ricerca: La mia ricerca, di stampo prettamente geoarcheologico, si è rivolta allo studio dei depositi di due siti di riferimento del Paleolitico della Penisola Iberica, Cueva Antón e Cueva Negra del Estrecho del Río Quípar (Murcia, Spagna). L’analisi delle stratificazioni di entrambi i siti si è avvalsa della descrizione e del rilievo eseguito sul terreno e dello studio microscopico del sedimento, in particolare dell’analisi micromorfologico di sezioni sottili, ed ha permesso di:
- chiarire quali sono stati i processi che hanno determinato la genesi della stratificazione, nel suo complesso e di particolari evidenze sedimentarie associate in via preliminare alla combustione;
- delineare l’ambiente in cui è avvenuta la frequentazione umana;
- valutare l’integrità del record archeologico.
Summary of the research: The research focused on the geoarchaeological study of the infilling of two rock-shelters relevant for current European Paleolithic research: Cueva Antón e Cueva Negra (Murcia - Spain) respectively contain evidence of the last Neanderthal in the Iberian Peninsula and one of the first testimony human with hypothetical traces of fire.
Through the description of stratigraphy made in the field, as well as the analysis and micromorphological studies of the deposits, the research allowed to gain a better knowledge of the following aspects:
- the site formation processes, including specific features such as supposed burnt sediments;
- the environmental setting of human activities and then;
- the integrity of the archaeological record.
Altre informazioni: Academia, Researchgate
26° ciclo di dottorato
Ciclo 26° - Ciclo Studi Umanistici. Discipline filosofiche, storiche e dei beni culturali/Humanities, Philosophy, History and Cultural Heritage (2010-2013) - Doctorat en Langues, histoire et civilisations des mond
Tutor in cotutela: prof.ssa A. Pedrotti, prof. A. Beeching (Université de Lyon)
Anno discussione: 2014
Titolo del progetto: Componenti culturali nei siti neolitici emiliani tra Neolitico Recente e Finale - Composantes culturelles néolithiques en Emilie entre le milieu du Véme et le debut du IVéme millénaire avant J.C.
Riassunto della ricerca: Il periodo in esame è uno dei pochi momenti della preistoria italiana in cui il record archeologico consenta di individuare l’arrivo di gruppi alloctoni in concomitanza con la disgregazione di un mondo indigeno di antica tradizione. I lavori relativi a questa fase del Neolitico fanno principalmente riferimento alle osservazioni di Bagolini (Bagolini e Biagi 1987; Bagolini 1998) riprese da vari altri autori (ad es. Barfield et alii 2000), che delineano per l’Italia settentrionale un quadro molto sfaccettato, creato dall’interazione tra la gente della locale Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata e genti di cultura Chassey provenienti dall’attuale Francia, oltre che dagli apporti nord alpini che acquisiscono peso crescente nel tempo (Capitolo 1). L’incontro, verificatosi di zona in zona in tempi e modi diversi tra metà V e metà IV millennio a.C., sembra essersi prodotto lungo le vie costiere e transalpine legate soprattutto allo scambio di materie prime (pietre verdi, ossidiana, selce), ma anche di competenze tecnologiche. Nella lettura di queste nuove interazioni, quindi, sta la possibilità di spiegare la crisi del mondo di cultura occidentale nella prima metà del IV millennio, dalla cui disgregazione si sviluppano esperienze in cui oggi si distinguono soprattutto i tratti di discontinuità con le tradizioni precedenti (vari Autori in Ferrari et alii 2002a). L’Emilia, rappresenta un crocevia di tutti gli apporti diretti e indiretti dagli ambienti citati sopra. Lo dimostra la marcata variabilità culturale riscontrata in siti anche vicini, attribuita principalmente a differenze cronologiche (Bagolini 1981), ma anche derivante dall’intreccio di percorsi culturali complessi. Questa regione rappresenta quindi un’areale privilegiato di osservazione per valutare le modalità di incontro, tra conflittualità, interazione e assimilazione, tra i diversi gruppi umani che si sono stanziati o hanno comunque interessato il territorio nel periodo in esame. Se il quadro di riferimento delineato da Bagolini negli anni ‘80 rimane a grandi linee condivisibile, lo sviluppo del dibattito culturale, i rinvenimenti recenti e lo studio dei siti emiliani proposto da questo lavoro di dottorato ne permettono approfondimenti e aggiornamenti. Ad esempio, nello stesso mondo Chassey, di cui era già nota la variabilità diacronica e spaziale (Vaquer 1990, 2002; Beeching 1995, 2002), sono oggi individuate specifiche regionali sempre più marcate, che rivelano una matrice di diffusione nei territori italiani sempre più frazionata (Capitolo 2). I contesti emiliani oggetto di questo lavoro sono quelli inediti ed editi riconducibili agli ultimi secoli del V millennio e ai primi del IV BC cal. In dettaglio si tratta del sito di S:Andrea a Travo (capitolo 5) e Le Mose a Piacenza (capitolo 4), Vignola a Fiorenzuola (capitolo 7), Botteghino (capitolo 6) e Vighi e Parma (capitolo7), S. Ilario d'Enza (Reggio Emilia) (capitolo 7). Lo studio si è concentrato sull'analisi dell'industria ceramica, da un punto di vista sia tecnologico che tipologico (capitolo 3), al fine di poter meglio definire la cronologia interna dei diversi siti. A partire da quest'analisi sono stati infatti identificati un certo numero di tipi rappresentativi, per i quali è stata proposta una cronologia relativa utile per poi ricostruire un quadro cronologico che rendesse conto della variabilità riscontrata nell'areale emiliano nel periodo a cavallo del V millennio. In questa chiave di lettura, i siti di Travo e Le Mose si sono rivelati quelli più utili nella costruzione di questa crono-tipologia innanzitutto poiché si tratta di siti plurifase. Lo studio della stratigrafia verticale a Travo e orizzontale a Le Mose delle diverse fasi insediative dal vbq I al Neolitico finale, ha fornito infatti dati importanti per la valutazione diacronica dei diversi indicatori culturali.
Summary of the research: The period under review is one of the few moments of Italian prehistory in which the archaeological record permits determination of the arrival of foreign-born groups in conjunction with the disintegration of an indigenous world of ancient tradition. Studies related to this phase of the Neolithic mainly refer to the observations of Bagolini (Bagolini and Biagi 1987; Bagolini 1998) taken from various other authors (Barfield et al 2000), which outline a framework for northern Italy multifaceted , created by the interaction between the people of the local culture of Square Mouth Pottery and people of culture Chassey from France, as well as by contributions from the North Alpine acquiring increasing importance over time (Chapter 1). The meeting, which took place from area to area at different times and different ways between half V millennium and half IV millennium BC, seems to have produced along the coastal and transalpine paths especially related to the exchange of raw materials (green stones, obsidian, flint), but also of technological expertise. In reading these new interactions, therefore, is the ability to explain the crisis in the world of Western culture in the first half of the fourth millennium, whose disintegration develop experiences in which today stand out above all the traits of discontinuity with the earlier traditions (various Authors in Ferrari et al 2002a).The Emilia is a crossroads of all the direct and indirect contributions to the circles mentioned above. This is demonstrated by the marked variability observed in cultural sites are also close, attributed mainly to differences in chronological (Bagolini 1981), but also resulting complex interweaving of cultural routes. This region is therefore an area for privileged observation to assess how to meet, including conflict, interaction and assimilation between different human groups that have settled or still have covered the territory in the period under review. If the reference framework outlined by Bagolini in the 80s remains roughly shared, the development of the cultural debate, the recent discoveries in the study of the sites proposed by Emilian this PhD work will allow further information and updates the contexts Emilia object of this work are those published and unpublished due to the last centuries of the fifth millennium BC and the early fourth cal. In detail, it is the site of S. Andrea in Travo (Chapter 5) and Le Mose in Piacenza (Chapter 4), Vignola Fiorenzuola (chapter 7), Box Office (Chapter 6) and Vighi and Parma (Chapter 7), S.ILARIO d'Enza (Reggio Emilia) (Chapter 7).The study focused on the analysis of the ceramic industry, from the point of view of both technological and typological (Chapter 3), in order to better define the internal chronology of the different sites. From this analysis were in fact identified a number of representative types, for which it has been proposed a relative chronology useful in order to reconstruct a chronological framework to realize the variability observed in Emilia at the turn of the fifth millennium BC. In this reading, the sites of Travo and Le Mose proved to be the most useful in the construction of this trial-type first of all because it is multi-staged sites. The study of the stratigraphy of Travo and Le Mose of the different settlement phases from the VBQ I to Late Neolithic, in fact, has provided important data for the evaluation of the different diachronic cultural indicators.
Impiego attuale: dal 2008 è direttrice del “Parco archeologico” e del “Museo archeologico” di Travo, sviluppa sia i programmi educativi relativi alle scuole sia l'attività scientifica relativa al museo
Current employment: Since 2008 she is director of the “Archaeological Park” and the “Archaeological Museum” of Travo, developing both the educational programs related to schools and the scientific activity related to the Museum
Alte informazioni: Academia
25° ciclo di dottorato
Ciclo 25° - Analisi e storia del territorio e delle forme del paesaggio/Analysis and history of the territory and of landscape shapes (2009-2012)
Tutor: prof.ssa A. Pedrotti
Anno discussione: 2014
Titolo del progetto: La palafitta di Ledro. Metodologie ed approcci combinati per la comprensione di un sito e del suo territorio
Riassunto della ricerca: La ricerca affronta lo studio della palafitta di Ledro, uno dei siti di riferimento per l’età del Bronzo in Europa. Nel lavoro è proposta un’accurata e dettagliata ricostruzione della storia degli studi, affiancata da un aggiornamento dei dati stratigrafici dedotto dalla rilettura e trascrizione dei diari di scavo del 1929, 1937 e 1957. Efficaci sono i risultati che emergono dall’analisi del territorio ledrense, affrontata tramite remote sensing e ricognizioni sistematiche sul campo. Le ricognizioni hanno infatti permesso di individuare nuovi siti archeologici tra cui quello di Pozza Lavino che retrodata il primo popolamento della Valle di Ledro agli inizi dell’Olocene. Ampio spazio viene dedicato anche al ruolo e ai compiti del Museo nel settore della valorizzazione e delle attività didattico divulgative collegate alla Public Archaeology.
Summary of the research: Three levels of research and three different magnifications, can week depict the work presented. The first level has focused on Ledro pile-dwellings, the history of surveys, the reorganization and classification updating of materials. The second has analyzed the same site within Ledro Valley, showing the importance of contextualizing a find in its surroundings. As a consequence, archaeological findings made between 2009 and 2014 have been presented, as well as the update of Lorenzo Dal Rì's archaeological map (pending publication). In the last level of magnification data from the Bronze Age have been collected and compared with those of Trentino area. Contextualizing data of a single site within a larger, but evidently contained territory (like Ledro Valley is) and then analyzing it within the provincial boundaries, has allowed to highlight new food for thoughts linked to more general settlement and economic-social systems.
Impiego attuale: Collaboratore per la ricerca presso il Museo delle Palafitte di Ledro (muse.it/Alessandro-Fedrigotti)
Current employment: Since 2005 he is collaborator for research at the Museo delle Palafitte of Ledro
Altre informazioni: Academia, alessandro.fedrigotti@muse.com
Ciclo 25° - Analisi e storia del territorio e delle forme del paesaggio/Analysis and history of the territory and of landscape shapes (2009-2012)
Tutor: prof.ssa A. Pedrotti
Anno discussione: 2014
Titolo del progetto: Il sito di Arano (Illasi-Verona, scavo 2007) alla luce delle trasformazioni sociali, economiche, tecnologiche, tra età del Rame e Bronzo Antico in Italia settentrionale
Riassunto della ricerca: L’analisi del sito di Arano si concentra nei primi 5 capitoli. La cronologia delle frequentazioni comprende l’età del Rame e l’antica età del Bronzo, e la quantità di elementi da considerare e analizzare, nella loro specificità e complessità, è senza dubbio notevole. Il Capitolo 6 rappresenta il tentativo di enfatizzare l’importanza del dato archeometallurgico, perché emerso in un contesto così particolare come quello dell’area nord-orientale dell’Italia settentrionale, ricca di depositi minerari conosciuti e sfruttati, ai quali però non è possibile riferire la materia prima con cui sono stati realizzati i materiali in metallo del sito. Il Cap. 7 riguarda la contestualizzazione della necropoli dell’antica età del Bronzo nel quadro dei pochi rinvenimenti funerari coevi conosciuti in Italia settentrionale. L’areale e la cronologia portano a riferire Arano alla Cultura di Polada, della quale ho cercato di mettere in evidenza problematiche, lacunosità, contraddizioni. Il Cap. 8 rappresenta, infine, un approfondimento sulle necropoli e i gruppi culturali coevi a nord dell’arco alpino, in particolare quelli stanziati in area danubiano-carpatica, con una selezione necessariamente parziale e soggettiva dei contesti di confronto.
Summary of the research: The analysis of the Arano site is concentrated in the first 5 chapters. The chronology of the visits includes the Copper Age and the ancient Bronze Age, and the quantity of elements to consider and analyze, in their specificity and complexity, is undoubtedly remarkable. Chapter 6 represents the attempt to emphasize the importance of archaeometallurgical data, because it emerged in such a particular context as that of the north-eastern area of northern Italy, rich in known and exploited mineral deposits, to which however it is not possible to report the raw material with which the metal materials of the site were made. Chapter 7 deals with the contextualization of the necropolis of the ancient Bronze Age in the context of the few contemporary funeral discoveries known in northern Italy. The area and the chronology lead us to refer Arano to the Culture of Polada, of which I have tried to highlight problems, incompleteness and contradictions. Finally, Chapter 8 represents a deepening study of the necropolis and contemporary cultural groups in the north of the Alpine arc, in particular, those located in the Danube-Carpathian area, with a necessarily partial and subjective selection of the contexts of comparison.
Impiego attuale: Funzionario archeologo presso la Soprintendenza, archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, responsabile della tutela delle provincie di Vicenza e Rovigo
Current employment: Currently on the staff at the Superintendence, archaeology, fine arts and landscape for the provinces of Verona, Rovigo and Vicenza, as Archaeologist officer responsible for the protection of the provinces of Vicenza and Rovigo
Altre informazioni: Academia, paola.salzani@beniculturali.it
24° ciclo di dottorato
Ciclo 24° - Ciclo Studi Umanistici. Discipline filosofiche, storiche e dei beni culturali/Humanities, Philosophy, History and Cultural Heritage (2008-2011)
Tutor: prof.ssa A. Pedrotti
Anno discussione: 2012
Titolo del progetto: Tecniche digitali di Modellazione 3D applicate alla ricerca e documentazione archeologica
Riassunto della ricerca: Oggetto di questa ricerca è l’esame di alcuni aspetti relativi all’applicazione di sistemi informatici finalizzati alla modellazione tridimensionale in contesti archeologici, con particolare attenzione alle ricadute scientifiche nelle indagini e nella documentazione. Sono state quindi affrontate le problematiche connesse con la creazione di modelli tridimensionali dell’esistente tramite strumenti di rilevamento diretto e la possibilità di una verifica delle alte potenzialità connesse con questi sistemi, anche grazie all’analisi dell’effettivo apporto della disciplina archeologica e del ruolo che la figura dell’archeologo deve assumere, alla luce delle crescenti problematiche tecniche emerse nello sviluppo delle ricerche. Le analisi si sono articolate in primo luogo nell’ambito del progetto multidisciplinare APSAT (Ambiente e Paesaggi dei Siti d’Altura Trentini) e in particolare nella sezione (Attività 5) "Rilievo dei siti tramite fotogrammetria, laser scanner, stazione totale e GPS", curata dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento, attraverso l’esame di una serie di casi-studio dedicati ad alcuni castelli e siti trentini (Castel San Michele a Ossana, Castel San Pietro a Ton, Calvola a Tenno, Riparo Gaban, loc. Martignano e Riparo Dalmeri a Grigno). La ricerca ha affrontato quindi altri casi particolarmente significativi per le specificità rilevate (tombe etrusche a camera dipinte, il frontone del Tempio A di Pyrgi a S. Marinella, RM, l’area archeologica di Paestum a Capaccio, SA), per l’applicazione in ambito archeologico professionale (scavo archeologico nell’area della città etrusca di Marzabotto, BO, rilevamento e analisi della stratigrafia muraria dell’area del Teatro romano di Ventimiglia, IM), nonché per l’elaborazione di modelli e ricostruzioni tridimensionali per la divulgazione scientifica (supporti da modello 3D per la fruizione della Tomba della Caccia e della Pesca a Tarquinia, VT, supporti per la mostra internazionale itinerante "Etruschi in Europa", Videowall del nuovo Museo delle Scienze (MUSE) con la rappresentazione dell’evoluzione della Conca di Trento). E’ stato così possibile mettere in luce il valore dell’esperienza diretta dell’archeologo come una delle istanze fondamentali dell’evoluzione scientifica in questo campo, in grado di indirizzare in modo determinante le scelte e gli obiettivi specifici dell’esecuzione dei rilevamenti tecnici. Chiave specifica della ricerca è quindi la possibilità di generare una riflessione mirata sulle problematiche tecniche direttamente connesse con l’archeologia allo scopo di cogliere il significato che la modellazione tridimensionale assume all’interno della disciplina e dell’evoluzione della metodologia della ricerca.
Summary of the research: Object of this research is the examination of some aspects related to the application of computer systems aimed at three-dimensional modeling in archaeological contexts, with particular attention to the scientific repercussions in investigations and documentation. The problems connected with the creation of three-dimensional models of the existing through direct detection tools and the possibility of a verification of the high potentials connected with these systems were therefore addressed, also thanks to the analysis of the actual contribution of the archaeological discipline and the role that the figure of the archaeologist must assume, in the light of the growing technical problems that emerged in the development of research. The analyzes were articulated primarily in the context of the multidisciplinary project APSAT (Environment and Landscapes of the Trentino Highlands) and in particular in the section (Activity 5) “Survey of the sites by photogrammetry, laser scanner, total station and GPS” , curated by the Bruno Kessler Foundation of Trento, through the examination of a series of case studies dedicated to some castles and sites in Trentino (Castel San Michele in Ossana, Castel San Pietro in Ton, Calvola in Tenno, Riparo Gaban, Martignano loc. and Riparo Dalmeri in Grigno). The research therefore addressed other particularly significant cases for the specificities detected (Etruscan tombs with painted chambers, the pediment of Temple A of Pyrgi in S. Marinella, RM, the archaeological area of Paestum in Capaccio, SA), for the application in the professional archaeological field (archaeological excavation in the area of the Etruscan city of Marzabotto, BO, survey and analysis of the wall stratigraphy in the area of the Roman Theater of Ventimiglia, IM), as well as for the elaboration of three-dimensional models and reconstructions for scientific dissemination (3D model supports for the use of the Tomb of Hunting and Fishing in Tarquinia, VT, supports for the traveling international exhibition "Etruscans in Europe", Videowall of the new Museum of Sciences (MUSE) with the representation of the evolution of the Conca di Trento). It was thus possible to highlight the value of the archaeologist's direct experience as one of the fundamental instances of scientific evolution in this field, able to address in a decisive way the specific choices and objectives of the execution of technical surveys. The specific key of the research is therefore the possibility of generating a focused reflection on the technical problems directly connected with archeology in order to grasp the meaning that three-dimensional modeling assumes within the discipline and evolution of the research methodology.
Post-doc e altri progetti: Partecipa al progetto "SUCCESSO-TERRA – Human Societies, Climatic/Environmental Changes and Exploitation/Sustainability of Natural Resources in the Po Plain during the Mid-Holocene. The case study of the Terramare culture (Project PRIN-20158KBLNB)"
Post-doc and other projects: Participates in the project “SUCCESSO-TERRA – Human Societies, Climatic/Environmental Changes and Exploitation/Sustainability of Natural Resources in the Po Plain during the Mid-Holocene. The case study of the Terramare culture (Project PRIN-20158KBLNB)”
Impiego attuale:
- Ricercatore a tempo determinato (RTDa) di Metodologia della ricerca Archeologica e docente di Metodologia della ricerca archeologica ed Etruscologia presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Dipartimento di Storia, Archeologia e Storia dell'arte (giorgio.baratti@unicatt.it);
- Professore a contratto di Etruscologia presso l'Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Studi storici (giorgio.baratti@unito.it);
- Conservatore archeologo del Museo delle Grigne di Esino Lario dal 2018.
Current employment:
- Assistant Professor (RTDa) of Archaeological research methodology and professor of Methodology of archaeological research and Etruscology at the Catholic University of the Sacred Heart of Milan, Department of History, Archeology and Art History (giorgio.baratti@unicatt.it);
- Adjunct Professor of Etruscology at the University of Turin, Department of Historical Studies (giorgio.baratti@unito.it);
- Archaeologist Curator of the Grigne Museum in Esino Lario since 2018.
Ciclo 24° - Ciclo Studi Umanistici. Discipline filosofiche, storiche e dei beni culturali/Humanities, Philosophy, History and Cultural Heritage (2008-2011)
Tutor in cotutela: prof.ssa A. Pedrotti, prof. D.E. Angelucci, prof. G.W. Barker (U. of Cambridge)
Anno discussione: 2012
Titolo del progetto: Etnoarcheologia dei Paesaggi Pastorali nelle Alpi: Strategie Insediative Stagionali d'Alta Quota in Trentino
Riassunto della ricerca: Questo progetto analizza i sistemi insediativi pastorali moderni nelle alte quote della Val di Fiemme (Trentino), al fine di creare un modello predittivo per l’identificazione di siti pastorali archeologici. Solo pochi siti archeologici legati all’attività pastorale sono infatti noti in ambito alpino, e questa carenza di dati condiziona l’interpretazione delle strategie pastorali antiche. Il progetto si divide in due parti complementari: “desk ethnoarchaeology”, ovvero l’analisi spaziale delle relazioni tra siti pastorali attuali (malghe) e l’ambiente montano della Val di Fiemme; “field ethnoarchaeology”, lo studio etnografico delle relazioni tra i pastori e il loro paesaggio. L’integrazione delle due parti ha consentito di interpretare i sistemi insediativi pastorali moderni in Val di Fiemme, e in particolare di correlarli con l’attività di produzione casearia stagionale. Il passo finale è stata la verifica dell’utilità archeologica della “field” e “desk ethnoarcheology”. Il modello creato è stato testato su alcuni siti archeologici pastorali (recinti, capanne e ripari) della Val di Sole (Ortisé e Menas, Mezzana). In questo caso il modello descrive bene la logica locazionale dei recinti e meno bene quella dei ripari sottoroccia. Questo dato è molto interessante, in quanto i recinti erano probabilmente legati ad attività di mungitura e caseificazione, mentre i ripari erano utilizzati in maniera più effimera. Tale risultato ha consentito di proporre due funzioni archeologiche per il modello: una predittiva, legata all’identificazione di nuovi siti; e una interpretativa, che consente di discriminare siti legati ad attività casearia da altri siti pastorali.
Summary of the research: This research deals with the study of current pastoral seasonal settlement patterns in the uplands of Val di Fiemme (Trentino province), in order to create a quantitative locational model for predicting archaeological pastoral site locations. In fact, few archaeological sites related to pastoral economy are known in the Alps, and this lack of data affects the interpretation of the ancient pastoral strategies. A predictive model could be useful to identify new sites and to optimize archaeological surveys in mountain environments. However, inductive predictive modelling is considered a field with many unresolved theoretical problems. Ethnoarchaeology of pastoralism seems to be a good method to provide a behavioural framework for predictive modelling, and the interaction with quantitative approaches may be worthwhile to improve the ethnoarchaeological methods and theory as well. The ethnoarcheological research is divided into two parts: a “desk ethnoarchaeology”, the spatial analysis of the relationship between current pastoral/dairying sites (malghe) and mountain environment of Val di Fiemme, in order to create an inductive predictive model; and a “field ethnoarchaeology”, the study of the relationship between modern shepherds/dairymen and environment, in order to understand their locational strategies. The interaction between the first and the second part has enabled the interpretation of the settlement pattern of modern malghe in Val di Fiemme. It has hence been assumed that the model can predict the location of modern and ancient dairying sites, as the malghe are mainly related to milking, milk-processing and cheese storing activities. The final step has been the archaeological evaluation. The predictive model doesn’t predict the location of Mesolithic hunting sites in the uplands of Val di Fiemme. It predicts instead the location of some dry-stone enclosures in the upland valleys of Ortisé (Mezzana, Val di Sole, TN), while it doesn’t predict the location of rock-shelters in the same area. It has therefore been assumed that enclosures were linked to dairying economy and rock-shelters to simple (“dry”) pastoralism. Further qualitative tests of the model have been carried out in different areas of the Alpine arc. These results allow two different application of the model: a “predictive” application, aimed at finding new pastoral sites in the uplands, and an “interpretative” application, aimed at discriminating hunting sites and simple pastoral sites from dairying sites. Furthermore, this model has suggested that the interaction between predictive modelling and ethnoarchaeology is useful to tackle the theoretical and methodological problems of these fields of research.
Post-doc e altri progetti:
- Giugno 2012 e Maggio 2013, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento, con un progetto incentrato sul rilievo archeologico e sull'analisi spaziale di siti preistorici e storici negli altopiani di San Vito di Cadore (regione Veneto, Alpi orientali, Italia);
- Giugno 2013, ricercatore Marie Curie presso il Dipartimento di Archeologia dell'Università di York, con un progetto di ricerca incentrato su come i pastori delle Alpi occidentali modellano i loro paesaggi stagionali negli altopiani delle Alpi occidentali e francesi occidentali;
- ALPES (Alpine Landscapes: Pastoralism and Environment of Val di Sole);
- EthWAL: Ethnoarchaeology of Western Alpine upland Landscapes.
Post-doc and other projects:
- June 2012 and May 2013, Post-doctoral research fellow at the Department of Humanities of the University of Trento, with a project focused on the archaeological survey and spatial analysis of prehistoric and historical sites in the uplands of San Vito di Cadore (Veneto region, eastern Alps, Italy);
- June 2013, Marie Curie research fellow at the Department of Archaeology of the University of York, with a research project focused to investigate how the herders of western Alps shape their seasonal landscapes in the uplands of Western Italian and French Alps;
- ALPES (Alpine Landscapes: Pastoralism and Environment of Val di Sole);
- EthWAL: Ethnoarchaeology of Western Alpine upland Landscapes.
Impiego attuale: Ricercatore presso la Newcastle University, School of History, Classics and Archaeology (francesco.carrer@ncl.ac.uk)
Current employment: Senior Researcher at the Newcastle University, School of History, Classics and Archaeology (francesco.carrer@ncl.ac.uk)
Altre informazioni: Academia, Researchgate, Orcid
Ciclo 24° - Ciclo Studi Umanistici. Discipline filosofiche, storiche e dei beni culturali/Humanities, Philosophy, History and Cultural Heritage (2008-2011)
Tutor in cotutela: prof.ssa E. Possenti, prof. A.J. Howard (U. of Birmingham)
Titolo del progetto: Remote Sensing Analysis e Archeologia dei Paesaggi nel Trentino orientale: la Valsugana, la Val di Cembra e l'Altopiano di Pinè tra l'epoca tardo antica e il medioevo
Riassunto della ricerca: Lo studio ha affrontato l'analisi dei paesaggi archeologici di un'ampia porzione del Trentino orientale (Valsugana, Val di Cembra e Altopiano di Pinè) a partire dall'utilizzo sistematico ed integrato di diverse fonti telerilevate (fotoaerea verticale, ortofoto digitali, Lidar). A fronte di un panorama archeologico pregresso piuttosto sottorappresentato, costituito in modo preponderante da dati di vecchia acquisizione e dalla quasi sistematica assenza dell'indagine stratigrafica, la remote sensing analysis ha portato al censimento di quasi mille contesti di interesse, la maggior parte dei quali costituiti da tracce di evidente natura antropica. Tuttavia, le pessime condizioni di visibilità superficiale non hanno in molti casi consentito la contestualizzazione cronologica delle evidenze riconosciute, sottolineando la necessità di predisporre strategie di indagine più invasive (scavi archeologici, shovel test pits, pulizia di sezioni esposte). A partire da questi risultati, l’analisi si è focalizzata sullo studio dei sistemi agrari della porzione centrale della Valsugana, dove, attraverso l’utilizzo delle fonti scritte, dei dati materiali, della toponomastica, della cartografia storica, è stata proposta una lettura diacronica che ricostruisce l’evoluzione dei parcellari dall’alto medioevo fino ai giorni nostri. I risultati di questa ricerca sono stati utilizzati per ridiscutere alcune tematiche storiografiche particolarmente significative per l’area di ricerca: lo sfruttamento agricolo di epoca romana e tardo antica, l’insediamento dei Longobardi, il ruolo dei cambiamenti climatici e dell’evoluzione ambientale, la definizione dei nuovi assetti politico-amministrativi in epoca pieno medievale (XI sec.). Particolare attenzione è stata infine assegnata ai castelli e alle ripercussioni sul paesaggio che produsse la diffusione sul territorio di questi nuovi centri di potere, in relazione soprattutto allo sfruttamento delle risorse ambientali (aree di coltivo, pascoli, miniere) tra XI e XIV secolo.
Summary of the research: My PhD project focussed on the historic landscapes of eastern Trentino (Valsugana, Val di Cembra and Altopiano di Pine’) using primarily remote sending data such as vertical aerial photos, orthophotos and LiDAR. In an area characterised by a very limited archaeological background, mainly represented by scattered finds and very few stratigraphic excavations, the remote sensing analysis allowed the recognition of almost 1,000 contexts throughout the region, many of them attributable to anthropic features. However, bad ground visibility conditions, due in particular to post-1950 reforestation processes, often limited the dating of such features via the recovery of diagnostic archaeological material, and therefore underlined the importance of adopting more invasive strategies including archaeological excavations, test pits and cleaning of open sections. Moving from these results, my research then centred on the analysis of the medieval and post-medieval field systems in the central sector of Valsugana. Here, combining written records, archaeological evidence, place names and historic maps, I suggested a possible reconstruction for the evolution of agrarian landscapes from the Middle Ages up to the 20th century. The outcomes of this analysis have been also used in order to explore additional topics, such as the agrarian exploitation of the area during the Roman and Late Antique periods, the settlement of the Lombards, the role played by climate change and its impact on the environment and the settlement pattern, and the rise of new centres of power during the high medieval period (11th-12th c.). A particular focus has been devoted to the study of the ‘incastellamento’ and the repercussions generated by this process primarily in the exploitation of environmental resources such as farming areas, pastures and mines between the 11th and the 14th centuries.
Post-doc e altri progetti/Post-doc and other projects:
- 2013, Universitè de Franche-Comtè (Besançon, France): Lidar data analysis of the surroundings of Besançon in the medieval period;
- 2013, ArMedEa project - Archaeology of Medieval Earthquakes in Europe (1000-1550 AD) - armedea.wordpress.com;
- 2017, present: Durham University – RiskRes project: Risk and resilience. Exploring responses to historic earthquakes in Europe, Ad 1200-1755.
Impiego attuale: Ricercatore associato presso l’Università di Durham, Dipartimento di archeologia (paolo.forlin@durham.ac.uk)
Current employment: Research Associate at the Durham University, Department of Archaeology (paolo.forlin@durham.ac.uk)
Altre informazioni: Academia, Researchgate
Ciclo 24° - Ciclo Studi Umanistici. Discipline filosofiche, storiche e dei beni culturali/Humanities, Philosophy, History and Cultural Heritage (2008-2011)
Tutor: porf.ssa E. Possenti, prof. Giuseppe Albertoni
Titolo del progetto: Insediamenti e paesaggi in val di Non (TN) tra età tadoantica e altomedioevo: nuovi approcci allo studio del paesaggio rurale d'ambito montano
Riassunto della ricerca: Il contributo in oggetto è relativo allo studio del paesaggio storico dell’area anaune, in particolare della sequenza dei diversi sistemi agrari tra età medievale e prima età moderna. Nella grande maggioranza dei casi si tratta di paesaggi generati dai nuclei insediativi del territorio e agganciati alla rete viaria locale. Parallelamente la ricerca si è interrogata sulla distribuzione e sulle forme del popolamento di questo territorio tra età medievale e prima età moderna, con un ulteriore affondo sull’analisi della topografia degli insediamenti (distribuzione e interrelazione tra edifici, luoghi di culto, spazi d’uso, percorsi stradali e infrastrutture). Oltre al tema dello sviluppo del paesaggio agrario dell’area in oggetto, si è cercato di approfondire gli aspetti della produzione agraria locale (principalmente cereali e vino) e dello sfruttamento delle risorse locali da parte dei diversi attori sociali del territorio (vescovo, enti ecclesiastici, famiglie nobiliari, comunità rurali). La strategia di ricerca necessaria per rispondere a questi interrogativi si è avvalsa di un approccio multidisciplinare, basato su un continuo gioco di specchi tra vari tipi di fonti: dato archeologico; dato materiale (strutture residenziali, edifici di culto); fotografie aree e immagini Lidar; cartografia storica ed attuale (carte topografiche ante catasto austriaco, CTP, carte catastali ottocentesche ed attuali); documenti d’archivio; macro e microtoponimi attuali e storici. Altrettanto significativa si è rivelata l’applicazione di un metodo d’analisi regressivo, che, partendo dalla configurazione odierna, ha cercato di risalire alle forme più antiche del territorio in oggetto.
Summary of the research: The thesis is focused on the study of historical landscape in the Val di Non area. In particular it aims at investigating the sequence of the different agricultural systems from the medieval age to the early modern period. But in the most cases, these landscapes are related to settlements and to the local road network. At the same time, the research investigates the distribution and the forms of population and is focused on the analysis of the topography of settlements (distribution and interrelation between buildings, churches, production sites, roadways and infrastructures). The development of the agricultural landscapes in the Val di Non, the impacts of local agricultural production (mainly cereals and wine), the exploitation of local resources by the various social actors (bishop, members of the clergy, aristocracy, rural communities) are in the focus of this research project. This research project aims at combining different types of information: archaeological features, airborne LiDAR data, aerial photos, modern and historical maps, historical documents, historical place names). The application of a regressive method of analysis aims at studying ancient traces of human presence.
Post-doc e altri progetti: 2011-2013. Collabora al progetto nell’ambito del PRIN 2009 “Roma e la Transpadana: processi acculturativi, infrastrutture, forme di organizzazione amministrativa e territoriale”, in particolare, presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia, dell’Università degli Studi di Trento
Post-doc and other projects: 2011-2013. Participates in the project within the framework of the 2009 PRIN "Rome and the Transpadana: acculturative processes, infrastructures, forms of administrative and territorial organization", specifically, at the Department of Literature and Philosophy, of the University of Trento
Impiego attuale: Coordinatrice dell’Ecomuseo del Lagorai
Current employment: Museum curator of Ecomuseo del Lagorai
Altre informazioni: Researchgate
Ciclo 24° - Ciclo Studi Umanistici. Discipline filosofiche, storiche e dei beni culturali/Humanities, Philosophy, History and Cultural Heritage (2008-2011)
Tutor: prof.ssa E. Migliario
Anno discussione: Dottorato interrotto nel novembre 2011 per incompatibilità con l’attività lavorativa
Titolo del progetto: L’Alto Garda e le Valli Giudicarie fra età del Ferro e romanizzazione. Etnie e territori di frontiera fra area retica e camuna
Impiego attuale:
- Funzionario archeologo presso la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Bergamo e Brescia, responsabile della tutela della città di Brescia, della Valle Camonica, Valtrompia e Valsabbia e del lago di Garda. Responsabile dell’Area Archeologia dell’Ufficio (soprintendenzabrescia.beniculturali.it/funzionigramma, serenarosa.solano@beniculturali.it);
- Direttore dell’area archeologica della Basilica romana di Brescia, del Parco Archeologico del Teatro e dell’Anfiteatro di Cividate Camuno, del Parco Archeologico del Santuario di Minerva di Breno e responsabile delle aree archeologiche di Nuvolento, Toscolano e Lonato.
Current employment:
- Currently on the staff at the Superintendence of Archeology, Fine Arts and Landscape for the Provinces of Bergamo and Brescia, as Archaeologist officer responsible for protecting of the provinces of Brescia, Valle Camonica, Valtrompia e Valsabbia and Garda Lake (soprintendenzabrescia.beniculturali.it/funzionigramma, serenarosa.solano@beniculturali.it);
- Director of the archaeological area of the Roman Basilica of Brescia, the Archaeological Park of the Theater and the Amphitheater of Cividate Camuno, the Archaeological Park of the Sanctuary of Minerva of Breno and responsible for the archaeological areas of Nuvolento, Toscolano and Lonato.
Altre informazioni: Academia